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Salario accessorio, Tronca chiede gli arretrati: i dipendenti dovranno restituire i soldi

Nel documento per la formazione del fondo per il 2016 il commissario esprime la volontà di dare seguito alle richieste del Mef e di recuperare le somme "indebitamente" elargite tra il 2008 e il 2014

Un'iniziativa di protesta dei dipendenti in Campidoglio (immagine di repertorio)

Se con lo sblocco dell'erogazione della parte residua del fondo dello scorso anno si era aperto uno spiraglio sulla lunga vicenda del salario accessorio capitolino, con il documento firmato ieri dal commissario Tronca si è scatenata una vera e propria doccia fredda. L'atto di indirizzo firmato dall'amministrazione capitolina ha espresso infatti la volontà di procedere con il recupero dei versamenti che, secondo il Ministero dell'Economia, sono stati illegittimamente elargiti ai dipendenti comunali sotto forma di indennità tra il 2008 e il 2014. Una voragine da 350 milioni di euro che il Mef contesta da tempo al Campidoglio e che ora Tronca sembra deciso a restituire. 

Il documento ha come oggetto gli “Indirizzi per la rideterminazione” del fondo per le somme da destinare al salario accessorio per il 2015, parte delle quali devono ancora essere erogate, e per la “costituzione” del nuovo fondo per il 2016. Tra gli obiettivi del documento inoltre il superamento dell'atto unilaterale in vigore dal 1 gennaio del 2015 e la sottoscrizione di un “contratto collettivo decentrato integrativo condiviso”. Prima però un obiettivo che potrebbe far saltare, per l'ennesima volta, il tavolo della trattativa con i sindacati: il recupero di 350 milioni di euro già versati ai dipendenti. 

Tronca parte dalla relazione del Mef che contestava al Comune i criteri con cui erano state quantificate le risorse per la parte variabile dello stipendio. Le stesse da cui era dovuta partire anche l'amministrazione Marino e che portarono faticosamente all'approvazione del contratto unilaterale, senza mai arrivare ad un accordo con i sindacati. Nel provvedimento, l'ex prefetto di Milano si rifà alla legge n. 16/2014 che prevede che "in caso di accertata violazione dei limiti imposti alla contrattazione collettiva decentrata integrativa, le pubbliche amministrazioni procedano al recupero delle somme indebitamente erogate". 

Come? "Mediante il graduale riassorbimento delle stesse, con quote annuali e per un numero massimo di annualità corrispondenti a quelle in cui si è verificato il superamento dei vincoli, a valere sulle risorse decentrate stanziate per le successive annualità". Tradotto: il Campidoglio si sta muovendo per richiedere ai propri dipendenti le somme “indebitamente” erogate recuperandole dal nuovo fondo e quindi indebolendo ulteriormente gli stipendi. 

Per i sindacati si tratta di una “tegola” che cade sul tavolo della contrattazione, mettendola a rischio, proprio in un momento in cui era ripartito il dialogo. “Come Cgil, Cisl e Uil abbiamo chiesto al Campidoglio un incontro urgente per fare chiarezza sulla situazione” spiega Natale Di Cola, segretario generale Fp Cgil di Roma e Lazio, a Romatoday. “Vogliamo conoscere lo stato dell'arte della trattativa tra il Governo e l'amministrazione sul punto e chiediamo a Tronca di non firmare atti ulteriori in merito”. Per Di Cola “è necessario evitare che questa decisione generi il caos tra i dipendenti. Sul contratto sono stati fatti degli importanti passi avanti ma prima di proseguire deve essere rimossa questa tegola”.

"Si esca dall'incertezza" l'appello affidato a una nota congiunta di Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Roma e Lazio. "Serve chiarezza sul fatto che tale recupero non possa essere addebitato ai singoli dipendenti" si legge nella lettera inviata al Commissario e "si diffida l’amministrazione dall'intraprendere azioni in tal senso". Continua la nota: "Il contesto nazionale peggiora la situazione, perché alla mannaia dell'atto unilaterale si somma il blocco pluriennale delle retribuzioni e l'apertura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale. Per convincere Palazzo Chigi a cambiare rotta e ad approvare le misure che liberino la contrattazione integrativa da vincoli che rischiano di farla scomparire sciopereremo il 25 maggio. Ma i dipendenti di Roma Capitale meritano risposte. In caso contrario i riflessi" concludono i tre segretari generali "non potranno che essere il blocco delle trattative, azioni di mobilitazione sindacale e avvio dei percorsi di tutela legale".

Per Stefano Giannini del Diccap “Ci troviamo al paradosso: il Comune ci dice quanti soldi ci sono da spendere, i dirigenti stabiliscono come spenderli, i lavoratori effettuano le loro prestazioni in ragione di ciò che gli chiede ed alla fine chi è che secondo loro deve pagare? L'ultima ruota del carro, ma se così fosse sarà il giudice del lavoro, ancora una volta, ad essere interessato del problema”.  

Marco Milani dell'Ugl-Pl parla di “sconcerto nel mondo sindacale”. Il coordinatore romano punta il dito direttamente contro Palazzo Chigi: “Analogo provvedimento fu preso a Firenze, dall’allora sindaco Matteo Renzi, per poi concludersi in un nulla di fatto dopo l’intervento dei competenti Tribunali" dichiara in una nota. "Questa storia delle somme indebitamente percepite farebbe sorridere se non rischiasse di divenire una tragedia per i lavoratori e sopratutto per i cittadini. Qualunque valutazione si possa dare della vicenda, parliamo di corresponsioni previste da un contratto, liberamente firmato con volontà delle parti e avallato dagli organi di controllo ivi compresa la Corte dei Conti. Appare quindi di tutta evidenza come il percepimento di quegli emolumenti sia stata legittima".

L'Unione sindacale di base parla di “un piatto avvelenato dal momento che nello stesso documento che costituisce il fondo per il 2016, la base per iniziare a discutere del nuovo contratto decentrato, Tronca a sorpresa prevede il recupero delle somme erogate a loro avviso indebitamente” commenta Massimo Reggio. “Inoltre ci è stato comunicato che per i dipendenti capitolini è stata soppressa la festività del 21 aprile che trasformeremo così in una giornata di protesta” continua. Il 19 aprile prossimo è fissato il prossimo incontro. “Ricordiamo che se il salario accessorio è a rischio, sono a rischio anche i servizi integrativi legati”. 


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