Politica

Da Guidonia la diffida al sindaco Gualtieri: "Revochi ordinanza per apertura del tmb"

Tredici associazioni contro il primo cittadino di Roma: "Appare in totale contrasto con qualsiasi dettato normativo che un sindaco si possa sostituire ai poteri commissariali in ambito di interdittiva antimafia"

Il tmb di Guidonia (immagine d'archivio)

I cittadini di Guidonia diffidano il sindaco di Roma. La pec, che RomaToday ha potuto visionare, è già stata inoltrata. Firmata da 13 associazioni del territorio, tra cui Earth, Codici e Zero Waste Lazio, riunite nel Coordinamento Cittadini del Lazio, contiene una richiesta chiara: revocare immediatamente l'ordinanza propedeutica all'apertura dell'impianto tmb del gruppo Cerroni presente (ma mai entrato in attività finora) alle porte di Roma. A emetterla il primo cittadino della Capitale per ampliare al più presto gli sbocchi necessari a smaltire i rifiuti romani, da settimane in strada dopo l'incendio al tmb di Malagrotta. Una misura che non è andata giù né al sindaco della "città dell'aria", appena eletto, Mauro Lombardo, né tantomeno alla cittadinanza che ancora fa i conti con i danni ambientali provocati dalla discarica presente nel parco dell'Inviolata, chiusa nel 2014. 

Il punto centrale che viene contestato al sindaco nella diffida è il fatto di aver disposto l'ordinanza ignorando di fatto l'interdittiva antimafia che pesa sugli impianti del gruppo Cerroni da quando nel 2014 fu aperta un'inchiesta per associazione a delinquere. Nel 2018 il patron di Malagrotta è stato assolto, ma l'interdittiva non è stata revocata. E stando alla normativa, tuonano i comitati, "solo il prefetto può portare avanti una serie di disposizioni e azioni". Non il sindaco, seppur - come da decreto legge Aiuti recentemente approvato alle Camere - da poco nominato commissario ai rifiuti di Roma. "Appare in totale contrasto con qualsiasi dettato normativo che un sindaco si possa sostituire illegittimamente ai poteri commissariali in ambito di interdittiva antimafia" si legge nella diffida. 

"Già disattesa la legge sugli egato"

Senza contare, a questo proposito, l'approvazione la settimana scorsa in Regione Lazio della legge sugli Egato, che prevede un ambito territoriale ottimale a sé stante per Roma. Tradotto? La Capitale sulla carta dovrebbe chiudere il ciclo rifiuti sul suo territorio, non altrove. "Siamo sconcertati perché abbiamo partecipato a tutte le conferenze dei servizi che dettano una linea precisa sul recupero di materia - commenta a RomaToday Donatella Ibba, coordinatrice delle 13 associazioni firmatarie della diffida - come d'altronde è fissato dal piano rifiuti regionale del 2020 e dalla legge sugli egato approvata in Regione. Viene sempre disattesa l'autosufficienza di Roma". 

L'area a rischio ambientale

Oltre alle questioni di natura legale, in riferimento alle competenze proprie del sindaco Gualtieri sull'impianto, resta al centro il tema dell'opportunità di aprirlo su un territorio che, per la presenza della discarica, sconta già l'inquinamento della falda acquifera e il superimento del quantitativo di metalli pesanti presenti nel terreno. Ragion per cui si chiede anche alla Regione Lazio di inserire il parco dell'Inviolata nelle aree "a grave rischio ambientale" come prevede la legge regionale 13 del 2019. 

Altro tema sul piatto. Il tmb di Guidonia è stato autorizzato con un atto che è oggi al centro di un processo che vede tra gli imputati Cerroni e Flaminia Tosini, ex dirigente della direzione rifiuti della Regione Lazio. Secondo l'accusa, nel rilasciare l'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) non venne chiesto il parere al ministero della Cultura (che sull'area, una porzione di agro romano, ha apposto un vincolo nel 2016) nè di Autostrade per l'Italia. Un atto illegittimo per la Procura. Il processo però, secondo quanto dichiarato a RomaToday dall'amministratore della Guidonia Ambiente, "non riguarda la società". E quindi l'esito del procedimento in corso a Tivoli non avrebbe, sempre secondo la società, conseguenze sull'apertura dell'impianto. 


Si parla di