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INTERVISTA | Fassina scende in campo per Roma: "Dialogheremo con Marino"

Ex Pd, il deputato di Sinistra Italiana ufficializza a Ostia la sua candidatura a sindaco di Roma. In cima alla lista delle priorità: "Le periferie, il debito e la città metropolitana". Il Pd? "Noi siamo alternativi"

Stefano Fassina (Foto Infophoto)

A sinistra, alternativo al "Pd del Nazareno" e convinto che vada aperto un dialogo con l'ex sindaco Ignazio Marino e le sue “risorse migliori”. Stefano Fassina, ex Pd ed ex viceministro all'Economia, oggi deputato di Sinistra Italiana, lancia la sua candidatura a sindaco di Roma. Una candidatura che sembra lanciata in anticipo “perché servono molti mesi per permettere una vera partecipazione delle forze cittadine al progetto di ricostruzione della città”. Per l'ufficializzazione della sua discesa in campo è stata scelta Ostia, con un'iniziativa al teatro Nino Manfredi dal titolo 'Ricostruiamo Roma. Insieme'. 

Perché partire da Ostia e perché ora. Non le sembra di anticipare un po' i tempi?

Per costruire una vera partecipazione della città al progetto di ricostruzione morale, economica e politica di Roma servono tanti mesi. Un processo che non si può pensare di costruire nelle ultime settimane di campagna elettorale. Si parte da Ostia perchè guarderemo ai problemi della città e alla loro soluzione con gli occhi delle periferie. Nelle prossime settimane andremo in altri quartieri, da Corviale a Tor Sapienza, per incontrare associazioni, movimenti, comitati di quartiere. C'è bisogno di tempo per ascoltarli e per renderli i veri protagonisti della formazione del programma elettorale e della classe dirigente.

Roma deve ripartire. Da dove secondo lei?

Individuo due premesse che secondo me dovrebbero essere valide per chiunque prenderà il governo della città. Per prima cosa bisogna lavorare ad una riorganizzazione istituzionale con l'obiettivo di arrivare all'elezione diretta dei consiglieri della città metropolitana e alla trasformazione dei municipi in veri e propri comuni dotati di autonomia. Reputo questo aspetto una condizione fondamentale per riqualificare la macchina amministrativa.

La seconda premessa?

Il secondo punto riguarda il debito di Roma. Dobbiamo mettere in campo un piano di ristrutturazione perché i costi attuali inibiscono qualsiasi politica necessaria allo sviluppo della città. Mi riferisco ai trasporti, alla pulizia di strade e giardini, ai rifiuti. Gli interessi di questo debito pesano davvero troppo sul bilancio capitolino e questo rende impossibile mettere in pratica qualsiasi svolta in termini di servizi. 

Roma esce da due anni di governo di centrosinistra. Qual è il suo giudizio sui due anni di amministrazione Marino?

Marino ha certamente rappresentato un momento di discontinuità con l'inefficienza e con il malaffare che poi è emerso con l'inchiesta di mafia capitale. Ha compiuto importanti scelte di rottura con gli interessi consolidati della città. Penso per esempio a Malagrotta, ai provvedimenti urbanistici che hanno cancellato una pioggia di decine di milioni di metri cubi di cemento su Roma, al tentativo di allontanare la politica dalle municipalizzate. L'esperienza di Marino ha però avuto un limite: non è stato capace di coinvolgere la città.

Considera l'ex sindaco Marino un interlocutore da coinvolgere nel suo progetto politico?

Vogliamo dialogare con Marino e fare in modo che le risorse migliori che hanno lavorato al suo fianco nel compimento di quegli atti di discontinuità siano coinvolte. 

Quali forze politiche sostengono la sua candidatura?

Stiamo dialogando con tutte le realtà della sinistra romana. Anche se ripeto, interlocutore fondamentale saranno tutte le associazioni, i movimenti, i comitati di cittadini, le forze economiche e sociali, i presidenti di municipio che incontrerò nel giro dei quartieri e delle periferie nei prossimi mesi. Sarà una ricerca ampia e capillare. 

Ha parlato di sinistra romana. C'è la possibilità di dialogo con il Pd?

Siamo alternativi al Pd. Il Pd del Nazareno si è autoescluso da una possibile coalizione con la scelta di chiudere l'esperienza di Marino dal notaio. Lo reputo un atto grave, un'umiliazione inferta a tutti i cittadini romani. Il Pd del Nazareno non ha le carte in regola per constribuire alla ricostruzione di Roma a cui stiamo lavorando. 

Qual è il 'nemico' che considerate più temibile. Il centrodestra? Il M5S? Lo stesso Pd?

Non ci sono nemici. Stiamo lavorando per raccogliere consenso e partecipazione  attorno al nostro programma. Misureremo questo progetto con tutti gli interlocutori i campo. 

A livello nazionale ha annunciato la possibilità di appoggiare un candidato del Movimento cinque stelle. Conferma anche per Roma questa disponibilità? Avete cercato contatti con qualcuno?

Non abbiamo sentito nessuno. Ripeto quello che ho affermato giorni fa: siamo un soggetto politico autonomo e puntiamo a vincere le elezioni. Se non riuscissimo ad arrivare al ballottaggio non escludo, sulla base di una coerenza programmatica, la possibilità di sostenere il candidato del M5S. 


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