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“Il Tevere è il fiume più pulito al mondo”, ma solo a Roma

L’annuncio da parte dell’Autorità di bacino che ha elogiato l’attività di depurazione messa in campo nel tratto urbano: “Sono stati fatti passi avanti giganteschi”

L’acqua del Tevere non è mai stata pulita come negli ultimi anni. Almeno nel tratto di scorrimento interno alla Capitale. 

Un fiume pulito nel tratto cittadino

“Se prendessimo solo il tratto di 56 chilometri di scorrimento da Castel Giubileo alle foci, quella naturale di Ostia e quella artificiale di Fiumicino, il Tevere sarebbe il fiume più pulito del mondo” ha annunciato Erasmo D’Angelis, il segretario generale dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale. La notizia è stata comunicata durante il convegno sul rischio idrogeologico e sul “progetto Roma sicura” che si è svolto il 27 gennaio in Campidoglio.

Passi in avanti

Il tratto urbano, singolarmente preso quindi, non desta preoccupazione. Dalla diga di Castel Giubileo al mare, infatti “il Tevere è un fiume pulito” ha spiegato D’Angelis, “per l’attività di depurazione fatta in 15 anni da Acea”. Una sorpresa per tanti romani abituati a ritenere che il principale corso d’acqua della capitale sia fortemente inquinato. Invece, ha ribadito l’autorità di bacino, “sono stati fatti passi avanti giganteschi”. 

I rifiuti ed i pesci morti

Nell’immaginario collettivo però fatica ad imporsi l’immagine del Tevere come un fiume pulito. Nei primi sei mesi di attività della barriera acchiappa plastica, in effetti, sono state raccolte 2,3 tonnellate di rifiuti. Così tante da spingere la regione a prorogare il progetto che consente di avviare a recupero i materiali plastici intercettati, impedendo in tal modo che possano finire in mare. A contribuire all’immagine di un fiume tutt’altro che pulito, probabilmente, concorrono anche le morie di pesci che si sono verificate nel corso degli ultimi due anni. Sono fenomeni che, però, possono trarre in inganno. Perchè quello che accade lungo l'asta cittadina, e le criticità che si palesano davanti gli occhi dei romani, hanno origine fuori dal tessuto cittadino.

L'attenzione sul tratto extraurbano

Il Tevere non è un fiume scevro da problemi e, soprattutto, non scorre soltanto nel tratto urbano. L’autorità di bacino infatti, nel ribadire l’obiettivo di mettere in campo iniziative per rendere il fiume sempre più “pulito, sicuro e da vivere” ha anche sottolineato una differenza importante sullo stato delle acque che caratterizzano i territori extraurbani di scorrimento.

D’altra parte il Tevere, con i suoi 405 km di lunghezza, è un fiume che attraversa quattro regioni e nel suo percorso viene raggiunto da tanti affluenti, alcuni anche piuttosto problematici come il Paglia. Per questo è importante continuare a garantire la manutenzione, obiettivo che peraltro si prefigge il sistema di dighe previsto proprio sul Paglia. Perché la salubrità delle acque e la sicurezza del Tevere dipendono soprattutto da quello che accade fuori dal comune di Roma. All’interno del suo territorio, invece, “è un fiume pulito”.
 


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