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Vigili, il comando della Polizia Locale è nelle mani di Raggi: Napoli chiede il rinnovo della fiducia, si scalda Gerometta

Una lettera di tre pagine per rimettere il proprio mandato nelle mani della prima cittadina che per ora tace, ma che sarà obbligata a prendere una decisione senza aspettare la fine del mandato fissato al 31 dicembre

Non chiamatele dimissioni. Stefano Napoli, comandante generale della Polizia Locale, questa mattina è infatti regolarmente al suo posto e chi lo ha incontrato lo racconta come sereno e nello stesso tempo sorpreso di come un carteggio privato con la sindaca, sia finito sui giornali.

Il suo destino è nelle mani della sindaca Virginia Raggi: è questo il senso della lettera di tre pagine consegnata ieri mattina sul tavolo dell'inquilina principale di Palazzo Senatorio. Non delle vere e proprie dimissioni, ma un incarico rimesso nelle mani di chi quell'incarico gliel'ha dato. Un modo - spiegano fonti del comando di via della Consolazione - per uscire dall'imbarazzo che da dieci giorni vive l'intero corpo e per aiutare la sindaca Raggi a prendere delle decisioni. 

Decisioni che, come avevamo anticipato, sembrano già scritte: il mandato di Napoli scade a fine dicembre e non sembra esserci l'intenzione di rinnovarlo. Una scelta, questa, legata soprattutto ai 43 minuti di servizio mandati in onda da Report, un'onta insostenibile per una prima cittadina in campagna elettorale. Napoli non ha gradito la mancanza di sostegno e non ci sta a passare per il capro espiatorio di quella che tra i pizzardoni viene considerata una manovra mediatico-politica. Così la scelta di rompere gli indugi e di chiedere, quantomeno da qui a fine anno, la fiducia. In pratica Napoli vuole che la sindaca, rinnovandogli o meno la fiducia, gli assegni ufficialmente delle colpe oppure lo assolva, altrettanto ufficialmente. 

Il tutto perché in questi dieci giorni, tra notizie dettate alle agenzie, post su facebook e interviste, da parte della sindaca Raggi e dell'assessore De Santis, non una parola di supporto è stata data al comandante. E lui nella lettera riassume il tutto con una frase: "Ho constatato con rammarico la mortificante assenza del benché minimo cenno da parte sua di vicinanza alla mia persona e al mio ruolo". E ancora l'ulteriore accusa alla Raggi: "Il Suo silenzio, forse il segnale più evidente dell'isolamento cui ho sopra accennato, crea scoramento e sconforto nell'intero Corpo, esponendo i miei colleghi al rischio di ulteriori attacchi mediatici e con ciò al protrarsi e all'aggravarsi delle mistificazioni di cui siamo vittime". 

Un fuoco incrociato, quello contro Napoli, scatenatosi il 23 novembre, da prima con l'uscita della notizia dell'audio hot dei vigili e poi con il servizio di Report. In entrambi i casi dito puntato contro il comandante, tanto che dopo la messa in onda del servizio, Virginia Raggi l'ha convocato d'urgenza per chiedergli le rotazioni. In realtà qualcuno auspicava anche la sostituzione dello stesso Napoli, ma motivi di opportunità avrebbero consigliato la prudenza. Il Comandante evidentemente ha percepito il tutto e, dopo aver atteso in vano segnali contrari, ha deciso di chiedere alla sindaca una presa di posizione. "Soprattutto ora", si legge nella lettera, "a causa del discredito su di esso gettato da false o comunque fuorvianti informazioni, il Corpo necessita, per venirne adeguatamente tutelato, di una guida convintamente supportata sul piano istituzionale e di indirizzo dagli organi politici e ciò mi impone, mio malgrado e con profondo dispiacere, di chiederLe di sollevarmi, con decorrenza immediata, dall'incarico di Comandante Generale ad interim, ferma restando, comunque, la volontà di continuare a servire la cittadinanza ed il Corpo nella più defilata posizione di Vice Comandante, della quale sono titolare. Rimango, infatti, fermamente convinto della bontà, correttezza e legittimità del mio operato e solo per autentico spirito di servizio ritengo necessario, per quanto doloroso, fare un passo indietro". 

Dal Campidoglio per ora nessuno commenta. Di certo si sarebbe evitata questa grana. Ora tocca alla prima cittadina e al suo assessore al personale De Santis decidere se accettare o meno le dimissioni. Nel primo caso sarebbe pronto il generale Paolo Gerometta, un comandante esterno per arrivare fino alle elezioni. L'alternativa è proseguire con Napoli anche se, a questo punto, sarebbe difficile comprendere la logica di una scelta a tempo (fine dicembre). 


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