Politica

La vulvodinia nell’elenco delle malattie croniche: in Regione ok alla mozione

Toccherà ora alla giunta presieduta da Nicola Zingaretti trasformarla in legge

La vulvodinia, la neuropatia del pudendo e la fibromialgia vengano inserite nell’elenco delle malattie croniche e invalidanti, riconosciute nei ‘livelli essenziali di assistenza – LEA’. È questo quello che chiede la mozione presentata dalla consigliera regionale Marta Bonafoni (Lista Civica Zingaretti). “Chiediamo anche di individuare presidi sanitari pubblici di diagnosi e cura di tali malattie - definendo linee guida e specifici protocolli terapeutici e riabilitativi - e di promuovere periodiche campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema, per diffondere, a partire dalle scuole, la conoscenza dei sintomi e spingere le giovani donne a chiedere aiuto” ha commentato a margine della votazione. A ringraziare la consigliera regionale anche Giorgia Soleri, fidanzata di Damiano dei Maneskin, affetta dalla vulvodinia. 

Che cos'è la vulvodinia?

Si tratta di un disturbo descritto come bruciore o dolore persistente all’ingresso della vagina e nella vulva, senza che siano presenti lesioni o segni visibili. E' una patologia che può colpire le donne di tutte le età e diventare un disturbo permanente, attualmente il 14-16% della popolazione ne soffre: una malattia che può mettere a rischio il normale svolgimento della vita quotidiana e di relazione di molte donne. "Eppure lo Stato e il Servizio Sanitario Nazionale non lo riconoscono" aveva commentato Giorgia Soleri durante il convegno "Vulvodinia e Neuropatia del Pudendo: un dolore senza voce" lo scorso 13 novembre. Con lei, prima degli altri, si è acceso un faro sulla malattia non a caso considerata tra quelle 'invisibili'. A lei, i Maneskin hanno dedicato la canzone che ha debuttato a Sanremo 'Coraline'. 

La mozione di Marta Bonafoni

“Nonostante questo, sono considerate ‘malattie invisibili’, perché non ancora riconosciute nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dal Servizio Sanitario Nazionale e difficilmente diagnosticabili, con ritardi spesso dovuti alla mancanza di conoscenza e formazione” ha aggiunto la consigliera. L’impegno della Regione, con l’approvazione della mozione, è valutare “l’opportunità di inserire tali patologie nell’elenco delle malattie croniche e invalidanti previste dai Lea, sgravando le donne di spese sanitarie spesso insostenibili, e di avviare un percorso di crescita delle competenze del personale sanitario per garantire un’assistenza adeguata a coloro che ne soffrono” ha concluso Bonafoni.   
 


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