Salute

Un campo basket per i ragazzi alla neuroriabilitazione del Bambino Gesù

Nella sede di Palidoro dell'ospedale è stata inaugurata la struttura per permettere lo svolgimento di attività sportiva adattata a bambini dai 5 ai 16 anni

Grazie alla donazione di 55mila euro della famiglia Benedizione attraverso la Fondazione Bambino Gesù Onlus è stata inaugurata L’Isola di Carlo per i bambini e i ragazzi seguiti dalla neuroriabilitazione del Bambino Gesù di Palidoro. 

Si tratta di un campo di basket in materiale antitraumta dotato di un canestro unico regolabile in altezza per le differenti esigenze di gioco, realizzato con una speciale gomma in materiale ecosostenibile, antitrauma e colorato ed è stato intitolato alla memoria di Carlo che come ricorda la famiglia Benedizione aveva espresso la voglia di aiutare i bambini e i ragazzi che aveva incontrato durante la sua degenza. L’area permetterà ai bambini e ragazzi in carrozzina di svolgere la pratica sportiva adattata, ovvero rivolta alle persone che non sono in grado, per diversi tipi di motivi, di partecipare alle normali attività sportive. I bambini e i ragazzi che saranno avviati all’attività si sottoporranno a una valutazione clinico-riabilitativa da parte di un team interdisciplinare, composto da medici dello sport, fisiatri, fisioterapisti, personale laureato in scienze motorie, esperti in attività fisica adattata. Si prevede di includere nel primo anno di attività 50 giovani di età compresa tra i 5 e i 16 anni.  

All’inaugurazione del campo hanno partecipato il direttore sanitario dell’Ospedale, Massimiliano Raponi, il segretario generale della Fondazione Bambino Gesù Onuls, Francesco Avallone, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico della Regione Lazio, Armando Marco Iannuzzi e la famiglia Benedizione.  

“La realizzazione di questo campo rappresenta un punto di arrivo per la famiglia e un punto di partenza per noi clinici della neuroriabilitazione” - aottolinea la dottoressa Gessica Della Bella, responsabile dell’Unità Operativa di Attività Sportiva Adattata – “La linea di confine tra riabilitazione e sport adattato è infatti sempre più sottile. Il nostro obiettivo è quindi quello di integrare lo sport nel progetto riabilitativo, perché abbiamo visto che lo sport adattato dà la possibilità ai bambini unici e speciali come quelli seguiti da noi di poter arrivare a un gesto funzionale e a svolgere l’attività sportiva come i pari età”.


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