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Quartiere Africano, ieri, oggi e domani

Nato e sviluppato progressivamente nel corso degli anni Cinquanta, il quartiere Africano deve la sua denominazione alla toponomastica, che riprende i nomi delle località diventate famose durante la Guerra d'Africa. Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, nacque viale Eritrea e si ebbe il compattamento dell'intera area, con un'edilizia mista, che mirava ad avere una certa estetica e allo stesso tempo una grande funzionalità. Anche se mancò la progettazione dei futuri parcheggi. Sorsero quindi vie molto larghe, una struttura viaria a rete, edifici luminosi, ma non ci fu alcuna pianificazione strutturale. Oggi il quartiere Africano può essere considerato una città nella città, perché la sua realtà è profondamente variegata. È infatti caratterizzato da residenze e appartamenti signorili, come quelle in via Asmara, palazzi popolari pubblici e privati, ad esempio quelli presenti in via Tripoli e piazza Amba Alagi, e attive arterie commerciali, rappresentate soprattutto da viale Libia e viale Somalia. Ma accanto al Mausoleo di Costanza, importante reperto archeologico della zona, ci sono anche molte scuole, istituti, sedi circoscrizionali, infrastrutture di varo tipo, locali commerciali, i capolinea di molti autobus e la stazione ferroviaria Nomentana, che collega molto bene il quartiere con le zone strategiche di Roma.

Villa Leopardi, da residenza signorile a biblioteca
Costituita da quattro grandi edifici, Villa Leopardi è situata tra via Nomentana, via Asmara, via Senafé e via Makallé. Tra gli stabili racchiusi all'interno, va naturalmente ricordato il Casino nobile in stile neogotico, il piccolo casale del Settecento, il garage scuderia e una costruzione realizzata in tempi più recenti, adibita a stalla. Il tutto è avvolto dalla lussureggiante vegetazione del piccolo parco. La Villa fu espropriata nel 1976 dal Comune dl Roma, che decise di attribuirla ai Vigili Urbani e al II Municipio. Dopo gli interventi di restauro e rifacimento della scuderia- garage voluta dalla Provincia, l'edificio venne adibito a biblioteca comunale, specializzata in Musica ed Ambiente, e centro Anziani. Il casino padronale si distingue dagli altri stabili non solo per le dimensioni più grandi, ma anche per la ricerca di particolari tipologie architettoniche. Il giardino è oggi popolato da lecci, pini e alloro, e anche da numerose erbe considerate invadenti, come gli ailanti, le brussanetia e le robinie, che nel passato avevano invece un certo pregio. Tutta l'area è protetta da una recinzione, realizzata nel 1989 per garantire la tutela del parco, ma le cancellate sono rimaste originali e rappresentano ancora oggi pregevoli esempi di lavorazione in ferro e ghisa.


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