Segnalazioni

Un lavoro onesto

Spett.le redazione, mi chiamo Manuel, vivo a Roma e lavoro per una società che si occupa del gioco legale. Vi scrivo la seguente lettera per provare a far conosce anche l'altra faccia del nostro settore. Alcune persone non hanno ben chiara la "visione" del nostro lavoro ma so che il dialogo e lo scambio di opinioni, sempre nel rispetto reciproco, deve essere alla base di ognuno di noi, senza pregiudizi e senza chiudere le porte. Vi ringrazio per il tempo che mi dedicherete: Buongiorno, mi chiamo Manuel, ma sono anche Paola, Daniele e Francesca, siamo persone in carne ed ossa che vivono e lavorano in un paese che si chiama Italia e che oggi si trovano a dover "combattere" in questa situazione drammatica come altri milioni di lavoratori. Siamo i dipendenti del gaming che in Italia purtroppo è ancora poco realmente conosciuto e di quel poco che si conosce è solo per come ci vedono alcuni personaggi che, da quando lo Stato lo ha reso legale, continuano a dipingerci periodicamente come spauracchi, parassiti o "demoni" tentatori. Anche il nostro è un lavoro ONESTO, lo voglio scrivere in grande per farlo capire a chi oggi fa finta di non vederci come tali, nessuno ci regala nulla, c'è fatica e tanto impegno.  È un lavoro che dal 2001 ci ha permesso di realizzare alcuni sogni della nostra vita, una famiglia, dei figli, una casa o semplicemente una vacanza e oggi impiega circa 120.000 persone. Le aziende per cui lavoriamo sono aziende che hanno puntato sulla legalità, innovazione continua e soprattutto sulla collaborazione con lo Stato arrivando a creare quel mondo che oggi conosciamo come "Gioco Legale", e non con poca fatica. Quel mondo che contribuisce alle casse dello Stato con circa 12 mld annui, soldi che in questi anni sono stati tradotti in servizi, assistenza ecc per tutti noi cittadini. Facciamo parte anche noi degli oltre 8.000.000 di cassa integrati, ma non vogliamo polemizzare sui tempi di quest'ultima, la polemica non è nella nostra indole, vogliamo solo poter tornare tutti quanti a lavorare. In questi anni non abbiamo mai risposto alle numerose provocazioni che ci sono state "scaricate", ma oggi vogliamo far sentire la nostra voce perché riteniamo che anche il nostro settore debba essere ascoltato per ripartire subito e soprattutto perché possiamo ripartire in sicurezza. Vi ringrazio