Calcio

Vis Artena, le dure parole del DG Calabrese "Pretendiamo rispetto"

Il DG della squadra di Serie D critica l'arbitraggio della sfida contro la Torres

Dalla pagina della Vis Artena

L'arbitraggio della sfida tra Vis Artena e Torres, terminata 0-2 per i sardi, non è andato giù al direttore generale della Vis Artena Cristian Calabrese, che sulla pagina ufficiale del club ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in merito. “E' arrivato il momento di dire basta! E le mie dichiarazioni hanno un'unica direzione, quella nei confronti di terne arbitrali che arrivano ad Artena prevenute e senza alcun rispetto. Riconosciamo nella Torres un avversario di grande valore e che oggi ha meritatamente conquistato i tre punti. Dispiace però aver dovuto assistere ad una direzione arbitrale parsa a dir poco iniqua. Abbiamo visto un nostro giocatore venire ammonito dopo appena trenta secondi applicando un metro di giudizio che poi non è stato mantenuto per il resto della partita e soprattutto non per entrambe le formazioni. Un calcio di rigore fischiato contro quando il fallo è stato subìto nettamente dal nostro Pompei. L'errore dell'arbitro ci può stare, perché sappiamo bene che può sbagliare come chiunque altro in campo, ma ciò non può accadere sempre e solo nella stessa direzione. Finora l'errore è sempre stato a discapito della Vis Artena. Analizzando i numeri (per la legge dei grandi dovrebbe essercene almeno uno) sfido chiunque a trovare un episodio a nostro favore nelle ultime dieci partite. Il rigore concesso oggi alla Torres è solo l’ultimo capitolo di una storia che si protrae da troppo tempo, in altre occasioni come quelle contro l’Ostiamare o il Muravera, ma potrei citarne tante altre, non abbiamo detto mai nulla ma è arrivato il momento di dire basta. A questo punto una domanda ce la facciamo. Forse non siamo un grande club? O non meritiamo il rispetto che hanno tutte le altre squadre? L’atteggiamento avuto oggi dal direttore di gara lascia molto pensare. Indisponente e irrispettoso nei nostri riguardi arrivando anche al punto di minacciare e offendere i nostri giocatori e il nostro staff. Sappiamo di non essere la Torres o il Giugliano, non puntiamo alla Serie C, siamo una piccola realtà ma pretendiamo, com’è giusto che sia, il medesimo rispetto”.


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