Il 27 gennaio del 2014 chiudevano due musei dell'Eur. Un duro colpo per i residenti e ancor più per i tantissimi turisti che, ogni anno, ne affollavano le sale. Le critiche per la decisione maturata dal Campidoglio, non sono mancate.  Individuate le risorse, non si è però riusciti ad ottenere l'agognata riapertura. Neppure per il Giubileo. 

LA VICENDA - "Da due anni il Museo della Civiltà Romana e il Planetario sono chiusi e abbandonati – scrive oggi l'ex Consigliera Capitolina Sveva Belviso (Altra Destra) -  Doveva essere una chiusura parziale, ma il 27 gennaio di due anni fa l'ex Sindaco Marino decise la totale interdizione del complesso museale, motivando il provvedimento con l’esigenza di velocizzare i lavori da eseguire al suo interno. Accadde l’esatto opposto, la gara per i lavori fu pubblicata tre mesi dopo la chiusura e tra errori e ricorsi al Tar, dei lavori neanche l’ombra.  Sin dall'inizio di questa storia tormentata, un vero e proprio scandalo, denunciamo l'assurdità di quella scelta. Si è compiuto un danno al patrimonio storico, artistico e culturale. Ma non solo  in fumo  – sottolinea Belviso – oltre un milione di euro di mancati incassi per un complesso museale che registrava oltre centomila visitatori l'anno".

LE CAUSE DEL RITARDO - Sulle ragioni della mancata riapertura si è espressa Laura Crivellaro (Lista Marino) Assessore alle politiche culturali del Municipio IX. "E' stato fatto un bando per l'affidamento ai lavori,  ma ci sono stati dei ricorsi – spiega Crivellaro – Inoltre l'iter è stato ulteriormente rallentato dai maggiori controlli scaturiti a seguito delle indagini di Mafia Capitale. Giusto farli peraltro, anche se mi rendo conto che sarebbe meglio riuscire anche a garantire una maggiore celerità. Detto ciò – conclude l'Assessore – vorrei precisare che l'apertura del solo Planetario non è possibile. Questo perchè l'ingresso è lo stesso mentre l'entrata laterale, che qualcuno aveva proposto di utilizzare, non è certamente adatta neppure in termini di sicurezza ad accogliere il pubblico che era solito affollare il museo".