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Viabilità: cosa è cambiato a Selva Candida in 10 anni?

Chissà se grazie al nome rassicurante o al costo decisamente inferiore delle case, Selva Candida è stata scelta come luogo di residenza da parte di moltissime persone a partire dal 2005 circa, quando la maggior parte dei piani di recupero pensati per la zona hanno preso il via, purtroppo nella sola parte dedicata all’edilizia residenziale. Nessuno poteva immaginare però dopo più di dieci anni che l’unica opera viaria parzialmente realizzata fosse l’allargamento di via Boccea da via Mingazzini a via di Casalotti (circa 800 metri in tutto). E nessuno poteva immaginare che nonostante l’aumento della popolazione i mezzi di trasporto pubblico restassero invariati. Non un autobus in più (se escludiamo il prolungamento della linea 998 che pure ha creato un collegamento almeno tra Selva Candida e l’Ospedale San Filippo Neri o la stazione FL3 di Ottavia, ma con tempi che scoraggiano anche i più temerari – almeno un’ora per percorrere pochi chilometri), non una corsa in più del 904 che è rimasto l’unico autobus in grado ci collegare Selva Candida con la metro e quindi con il resto della città. E allora ecco che il fiume di macchine in uscita dall’unica strada presente a Selva Candida, via di Selva Candida appunto, non ha fatto che aumentare, così che uscire di casa dopo le 7,00 del mattino è un sogno, anche se i chilometri da percorrere per raggiungere la metropolitana sono circa 5 e magari gli orari di inizio lavoro o inizio scuola consentirebbero, in condizioni di normalità, di poter concedersi una sveglia più umana. Da anni si sta parlando della funivia urbana che dovrebbe servire queste zone, ma siamo ancora in una fase embrionale del progetto. Tra l’altro le due fermate in qualche modo raggiungibili da Selva Candida, quella di Casalotti e del GRA, per ora non si sa come possano essere realmente raggiunte, viste le strade a disposizione (piccoli collegamenti di campagna) e la mancanza di parcheggi. Oggi, rispetto a 10 anni fa, da Selva Candida si esce più velocemente solo grazie all’allargamento di via Boccea, ma parliamo di un recupero minimo. Mentre le due arterie viarie fondamentali per questa zona: il collegamento tra Cremolino e via Casal del Marmo e il prolungamento di Via Esperia Sperani verso la linea FL3 Ipogeo degli Ottavi, sono ancora progetti scritti sull’acqua. La Costituzione Italiana ricorda all’art. 13 che “la libertà personale è inviolabile” e che è “punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”. Come altro definire l’impossibilità di uscire di casa per raggiungere il posto di lavoro o la scuola in tempi ragionevoli se non una restrizione della propria libertà personale e una violenza morale? Ida Dragonetti