Primavalle

Auxilium: il parco pubblico dietro la siepe

Una prestigiosa università pontificia, un contesto socio-ambientale degradato, un programma di recupero urbano privato. Sono gli ingredienti di una vicenda come numerose altre che hanno avuto luogo a Selva Candida, periferia a nord-ovest di Roma. Nel tentativo di sanare quanto prodotto da un abusivismo in essere da cinquant’anni, il Comune di Roma, a partire dagli anni dagli anni Novanta, ha messo in piedi diversi piani di recupero con una regia pubblica e approvato piani di recupero urbano privati. Il contenuto dei piani segue lo stesso copione: da un lato il permesso di costruire case o di aumentare la volumetria di edifici già esistenti, dall’altro la realizzazione di servizi (strade, parchi, scuole) per il territorio come opere a scomputo degli oneri di concessione dovuti al Comune. Nei fatti questo copione è stato più volte disatteso: le opere private (case o altro) sono state realizzate e, con profitto, vendute; le opere per il territorio non sono mai - o non sono ancora - arrivate. Così, nella realtà di questo territorio, un moderno campus universitario è stato inaugurato dopo solo un anno dall’inizio dei lavori, il 24 ottobre 2013 (il piano di recupero urbano privato presentato dalla Pontificia Università Auxilium era stato approvato dalla Regione Lazio nel 2008 e approvato dal Comune di Roma con la delibera n. 35 nel 2011), mentre uno splendido parco con relativo parcheggio, in questo caso realizzato, non è mai stato acquisito dal Comune di Roma né aperto al pubblico. I grandi alberi del parco universitario che dovrebbero essere a disposizione di tutti con il bel viale, le panchine e persino i cestini per i rifiuti, restano visibili al di là di un’alta siepe. La parte “pubblica” del parco Auxilum per ora ricorda a tutti che il bilancio tra dare e avere è, per i residenti di Selva Candida, in grave perdita. Di questo dovrebbero prendere atto coloro che hanno il compito istituzionale di rappresentare gli interessi del Comune, e quindi di tutti i cittadini. Ida Dragonetti


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