Ostia

INTERVISTA | Un anno di Falconi: “Con le risorse a disposizione è più difficile del previsto. Meritiamo un 6 e mezzo”

Il minisindaco di Ostia lamenta la grave carenza di personale ed i problemi cronici di un territorio dalle enormi potenzialità. E rivendica i risultati ottenuti su trasporti pubblici e gestione del litorale

Nella foto Mario Falconi

Mario Falconi è un medico che, nella propria professione, ha ricoperto ruoli apicali. Ma è alla prima esperienza da amministratore, in un territorio che non fa sconti. E' partito con una contestazione da parte di consiglieri eletti nella maggioranza ed ha proseguito con i riflettori sempre puntati sul municipio. Perchè è l'unico che possa vantare la presenza del mare: un patrimonio da valorizzare ma che è complicato da gestire. Come del resto è difficile da gestire anche un ente di prossimità abitato da 240mila persone.

Nella sua vita lavorativa lei ha avuto incarichi professionali anche a livello nazionale, ma non si era mai cimentato nel ruolo di amministratore d’un territorio. Come ha vissuto questo primo anno, ha incontrato difficoltà?

Le difficoltà che immaginavo prima ancora di diventare presidente, ora le dovrei moltiplicare per 3,14: ne ho trovate molto di più, soprattutto in riferimento al personale. Un problema che c’è anche in altri municipio ma che nel nostro è particolarmente avvertito. Ad un anno di distanza ancora non ho un capo segreteria e ci sono due dirigenti a mezzo servizio perché sono condivisi con altri due municipi romani. Questo significa lavorare in una condizione di enorme difficoltà. Ma non mi arrendo anche se devo dire che, rispetto ai ruoli che ho ricoperto in passato, questo è il più difficile. Lo è per una struttura che caratterizza l’amministrazione comunale e quindi per l’assetto istituzionale dei municipi. E’ quindi, per rispondere alla sua domanda, il compito più difficile che mi sia capitato di ricoprire.

Lei sta amministrando un territorio che in precedenza era governato da un’altra compagine politica. Che municipio ha trovato?

In questo territorio ci vivo da una vita, ci sono nati i miei figli e davvero penso di  conoscerlo come le mie tasche. Resto convinto che sia uno dei più belli per ciò che offre e per ciò che potrebbe offrire, e non mi riferisco solo alla presenza del mare ed alla grande dotazione di verde, che sono due cose che rappresentano delle nostre peculiarità. Però abbiamo anche la linea ferroviaria Roma Lido, la più disastrata d’Italia. Abbiamo un sistema di collegamenti che lo rendono invivibile. Impiegare un’ora per raggiungere un aeroporto che invece dista pochissimi chilometri è sicuramente un problema. Abbiamo un territorio, quindi, con potenzialità enormi che però è bistrattato. Le faccio un altro esempio, per far comprendere quanto le potenzialità non vengano sfruttate a dovere. Qui si potrebbe organizzare un convegno internazionale di medicina. Ma quale primario verrebbe da New York sapendo che non c’è neppure un albergo che sia all’altezza di ospitare un appuntamento del genere?

Cosa servirebbe?

Probabilmente occorre una vera rifondazione. Sul piano dei collegamenti e non solo. Penso ad esempio, e se ne parla troppo poco, del problema che caratterizza 65mila abitanti, costretti a convivere con il rischio idrogeologico. Un rischio che giù esisteva e che, con le bombe d’acqua ed il cambiamento climatico, è aumentato ulteriormente. 

Sono comunque tutti problemi, quelli elencati, che sono piuttosto storicizzati e di difficile soluzione in un anno. Invece quali sono i risultati che lei ha ottenuto in questi 12 mesi che la rendono più orgoglioso?

L’elenco sarebbe lungo. Una cosa che mi ha reso particolarmente orgoglioso è stato sentire da un proprietario di uno stabilimento, in una riunione pubblica in Campidoglio, che questo è stato il primo anno in cui ha potuto notare una migliore organizzazione nella raccolta dei rifiuti. Si riferiva al Piano mare che abbiamo messo in campo con Ama, un piano dedicato al nostro territorio. Un’altra cosa che mi ha soddisfatto molto è stata la riorganizzazione del servizio di trasporto pubblica su gomma, che permette di raggiungere quadranti che finora ne erano rimasti sprovvisti. Abbiamo anche lavorato sull’efficientamento delle corse. Sono cose che migliorano la qualità della vita di persone che non devono più restare troppo tempo in attesa alla fermata. Poi potrei citarli il lavoro fatto per coordinare l’attività del servizio giardini. Stiamo lavorando bene, al netto d’una difficoltà enorme che è data dalla grave carenza di personale.

C’è qualcosa che chiederebbe al Campidoglio per consentirle di amministrare il municipio secondo le potenzialità che ritiene abbia questo territorio?

In campagna elettorale avevo annunciato che non sarei rimasto 5 anni a scaldare una sedia, senza strumenti e risorse. In campidoglio c’è un assessore deputato a realizzare il decentramento, l’assessore Catarci, e con lui stiamo studiando cos’è possibile fare per decentrare l’azione amministrativa a favore dei municipi. Chi pensa infatti di poter governare Roma con questo assetto istituzionale è fuori dalla storia. Bisogna riorganizzare i municipi e lo stiamo facendo. Abbiamo fatto una conferenza, con il sindaco ed il presidente Zingaretti, che hanno assunto l’impegno di investire 100 milioni di euro nel nostro territorio. A beneficio del lungomare ma anche dei giovani, affinchè possano studiare e restare in questo municipio. Perché senza giovani questo territorio muore.

La richiesta di decentramento stride un po’ con il fatto di aver riconsegnato le deleghe sul litorale. Anche se poi, di fatto, le ha ancora il municipio che infatti ha dovuto gestire tutta la stagione balneare.

In realtà all’inizio del mandato mi era stato chiesto se fossi disponibile a lasciare che la delega sul litorale fosse gestita anche dal Campidoglio. Dissi di sì perché qui c’è un equivoco di fondo. La delega è già gestita in condivisione, attualmente tra regione e municipio. Ma il mare è di Roma, non degli ostiensi. Ed io voglio che la Capitale d’Italia e la regione si occupino di più di questo patrimonio che, secondo me, è inaccettabile sia vissuto solo tre mesi all’anno. E’ uno dei mari meno inquinati del Paese, con grandi potenzialità, e va vissuto di più: si può fare solo se, come ho sempre detto, ci si mette attorno ad un tavolo, con municipio, comune e regione.

Falconi, ma lei che voto si darebbe per questo primo anno di mandato?

Fatta la premessa che non ci hanno messo in condizioni di esprimere al massimo le potenzialità, se le avessi avute mi sarei dato un otto, se non un nove. Ma con gli strumenti a disposizione sicuramente direi che meritiamo una sufficienza piena, un sei e mezzo.
 


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